Un incoerente e claudicante vagabondaggio in un backlog che spazia dall’alba dei tempi (Mediavox Odyssey o giù di lì) all’altroieri, con un individuo alla scoperta del retrogaming tra grandi classici che avrebbe dovuto conoscere da anni ed escrementi videoludici che sotto il fetore magari nascondono qualcosa di buono...

Tra l’irrefrenabile voglia di riempire librerie su librerie di vecchi pezzi di plastica (vade retro digital delivery, vade retro emulazione) e pellegrinaggi in polverosi mercatini dell’antiquariato in cerca del Santo Graal, o accontentandosi magari di un Tombi a 10 euro...

sabato 11 maggio 2013

Densetsu no Stafy 2 (Game Boy Advance, 2003)

ovvero: la doppia anima di una stella marina




Ecco il mio primo approccio ad una serie di platform criminalmente ignorata dai publisher occidentali. La saga di quella stella marina dai tratti marcatamente kawaii che risponde al nome di Stafy (che dalla regia mi dicono abbia trovato pure un piccolo spazio nell'ultimo Smash Bros, il che testimonia la sua popolarità nelle lande nipponiche) conta infatti di ben 5 episodi tra GBA e DS, ma solo l'ultimo è riuscito a sbarcare sui lidi occidentali (col nome di The Legendary Starfy).

Ravanando tra i venditori su ebay che trafficano in giochi giapponesi mi sono imbattuto nell'asta del secondo gioco della serie, che sono arrivato a pagare una quindicina di euro compresa la spedizione (la scatola purtroppo non è proprio in condizioni perfette, ma ho visto di peggio).

Bakayarou!
Il sottotitolo del post parla di "doppia anima" per due fondamentali motivi. Il primo riguarda il gameplay, essendo costituito da due parti, quella classica dei platform con salti, doppi salti, planate, ecc. ecc., ed una più propria dell'ambientazione del titolo, ovvero quella riguardante le sezioni subacquee.
Solitamente, tranne sporadiche eccezioni, i livelli acquatici dei platform non sono esattamente tra le parti migliori (quando non sono una vera e propria rottura), ma in Stafy non risultano affatto fastidiosi, poiché si è in grado di controllare il suddetto protagonista molto fluidamente, facendolo muovere con velocità e agilità senza alcun problema.


Una cosa che non mi aspettavo è stata quella di trovarmi di fronte ad una discreta mole di testo (cosa non proprio comune in un platform 2d), sotto forma dei numerosi dialoghi sparsi in praticamente tutti i livelli di gioco. Non che la trama sia, ovviamente, anche solo minimamente complessa, ma in ogni livello è possibile assistere a diversi siparietti tra la coppia protagonista (Stafy, che però è il classico eroe muto che passa tutto il tempo con un sorriso quasi da ebete perennemente stampato in bocca, e il ben più logorroico Kyorosuke,  un'ostrica dal temperamento non molto accomodante) e una folta schiera di altri individui animaleschi, i quali quasi sempre hanno un qualche problema che deve essere risolto per completare il livello.
O meglio, sarebbe possibile assistere a queste scenette se si capisse il giapponese. Io qualcosina lo so leggere (mentre preparavo la tesi triennale di Lettere ho seguito i corsi del primo anno di Lingue Orientali), ma giusto qualcosina, non abbastanza per seguire una conversazione.
Fortunatamente non c'è bisogno di comprendere quello che dicono i personaggi, visto che quasi sempre l'obiettivo da completare è piuttosto ovvio, mentre nei casi contrari si può sempre fare affidamento alla guida presente su GameFaqs.

Visivamente il gioco è davvero bello, molto colorato e con ambientazioni curate e sempre varie. La mole di contenuti inoltre è parecchio sostanziosa, essendoci ben 11 mondi, con altrettanti boss e sezioni speciali a bordo di veicoli (beh, se una sorta di dinosauro sosia di Elvis può essere considerato un veicolo...).

Il problema principale però è che, nonostante la lunghezza, il gioco si attesta sempre su livelli di difficoltà piuttosto bassi. L'incremento tra un mondo e il successivo è veramente minimo e in ogni caso la copiosa abbondanza di check point che non solo permettono di ricominciare anche in caso di game over ma anche curano completamente il piccolo Stafy rende il tutto una passeggiata.
Man mano che procedevo continuavo a cercare di convincermi che prima o poi, essendo il gioco ancora lungo, avrei trovato qualcosa in grado di mettermi in difficoltà e quindi di fornire un minimo di sfida, ma anche giunto all'11° mondo non sapevo ancora come fosse fatta la schermata del game over.
Come detto sopra si tratta di un gioco davvero piacevole, nonchè ricco di trovate diverse che vivacizzano i livelli e mantengono sempre alta l'attenzione, ma alla mancanza di difficoltà corrisponde l'impossibilità di raggiungere una piena soddisfazione.

Qui entra in gioco però la seconda ragione per la quale Stafy ha una doppia anima, ovvero il contenuto post
game. Battere l'ultimo boss e raggiungere i titoli di coda non è la fine del viaggio, anzi. Così facendo si sblocca infatti un'altra quarantina (!) di livelli, nonché la possibilità di potenziare i "veicoli" e un rematch col boss finale per ottenere la vera conclusione della storia.
E qui, finalmente, si inizia a giocare sul serio. I nuovi livelli sono di puro gameplay, basta siparietti ripieni di hiragana e katakana. Soprattutto, si inizia a vedere la scritta "game over".
Nuotare e zompettare quà e là richiede ora ben più abilità, nonchè  avere la piena padronanza del personaggio, comprese certe tecniche di salto e rimbalzo sui nemici che nel gioco principale non erano assolutamente necessarie.


Il cambio, abbastanza repentino, da gioco che si completa quasi ad occhi chiusi a gioco dal level design tendente al bastardo e in parte reminescente dei vecchi platform 2d, è stata un po' straniante e mi è capitato di imprecare sonoramente in qualche punto che in realtà non presentava chissà che difficoltà, ma che, affiancato al resto del gioco, risultava su un altro pianeta.




Quello di cui invece non sono ancora riuscito a venire a capo è il rematch con il boss finale, o meglio con
l'ultima delle sue tre fasi.
Durante tutto il gioco le battaglie con i boss sono tra i momenti migliori, ma l'ultimo ostacolo che si frappone tra il sottoscritto e il vero finale non mi piace un granché... ho provato ormai qualche decina di volte, ma alla fine la frustrazione ha avuto la meglio e ora sono diversi giorni che la cartuccia rimane sul tavolo a prendere polvere. Se da un lato mi sono ripromesso di portare a termine il tutto, dall'altro il pensiero di quel combattimento assurdamente lungo rispetto agli altri (tutti gli altri boss richiedono 5 colpi per essere sconfitti, questo qui sui 20-25) e frustrante (almeno per quanto mi riguarda) non mi fa certo venire voglia di riprendere...

E, per esperienza, quando accantono un gioco già "formalmente" finito (ovvero raggiunti i titoli di coda), difficilmente lo riprendo, mi manca come la motivazione, preferisco invece dedicarmi a tentare di accorciare la lunghissima lista di arretrati. Quindi...

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