ovvero: dalla Cina con trashume
Oh, il fantastico mondo dei Famiclones! Centinaia di modelli diversi, una faccia tosta come quelle dei politici, quintali di plastica della peggior qualità, vere e proprie truffe atte a gabbare ingenui genitori e destinate a deludere e, perchè no, segnare per la vita, un'intera (o magari anche più di una) generazione di bambini.
Ed io mi ci getto mia sponte in questo mare... ben conscio di apprestarmi a nuotare tra meduse morte, banchi di lattine e residuati industriali, ma per il frutto della conoscenza questo ed altro...
Ok, cominciamo un po' più indietro: tutta colpa di Arino e di Game Center CX. Molti, troppi episodi riguardano giochi usciti solo per Famicom, mai giunti nelle lande europee e quindi impossibili da recuperare in modo tradizionale.
Un Famicom però (specie se con la scatola, condizione praticamente essenziale per i miei acquisti di console) non è proprio economicissimo, e al tutto bisogna sommare i problemi di incompatibilità: quello "video" (che si risolverebbe con un Famicom moddato o con l'ancora più costoso modello AV, ovvero con i due cari cavetti giallo e rosso) e quello "alimentazione" (ovvero la necessità di un adattatore per poter collegare il tutto ad una presa italica, il cui voltaggio è differente da quello in uso nella terra del sol levante).
E come riuscire a giocare con le cartucce giapponesi senza sborsare poi tanto e perdersi dietro a questioni tecniche? La grande soluzione arriva, appunto, dai Famiclones, console cloni prodotte in varie parti del mondo (dalla Cina al Brasile, dalla Russia all'Europa balcanica).
L'obiettivo principale di queste pseudo-console prodotte illegalmente è, ovviamente, quello di spennare qualche idiota incauto acquirente promettendo incredibili contenuti puntualmente inesistenti.